A volte ci accadono cose nella vita di cui vorremmo cambiare l’esito, ma non sempre ci riusciamo perché non dipendono da noi. Si tratta di eventi imprevisti, sia positivi che negativi, che non possiamo controllare in alcun modo. Pensiamo a quando ci troviamo in una situazione inaspettata come ad esempio un’opportunità da cogliere in fretta, oppure affrontare un’emergenza o un sovraccarico di responsabilità. In pratica in quelle situazioni in cui non possiamo influenzare o manipolare il loro corso perché siamo in una condizione di “non controllo”.
In questi casi ci sentiamo in crisi, il nostro comportamento, i nostri pensieri e le nostre emozioni sono spesso nel caos. Avvertiamo una sensazione di disorientamento che ci fa sentire spiazzati ed impotenti. Il sopravvento dei pensieri negativi poi, genera inevitabilmente preoccupazioni e ansie, e così si può facilmente cedere alle proprie fragilità con il rischio di percepirsi come inadeguati o insoddisfatti.
In un tale contesto catastrofico, di emozioni disfunzionali e sentimenti di sfiducia, si finisce per sentirsi bloccati e impotenti.
Questo ci accade perché crediamo troppo ai nostri pensieri, ci attacchiamo ad essi e vogliamo avere sempre ragione. Siamo così certi di ciò in cui crediamo da pretendere di voler cambiare le cose, le persone intorno a noi, la realtà e persino il mondo che ci circonda!
Ma questi sono anche quei momenti in cui possiamo crescere e migliorare, sono quelle occasioni che dovremmo sfruttare per capire davvero chi siamo, provando a cercare certezze dentro noi stessi e non all’esterno.
Affinchè ciò avvenga, dobbiamo cambiare atteggiamento, adattandoci alle situazioni ed evitando di dare valore ai nostri pensieri negativi e potere alle idee che ci angosciano. Certo, non possiamo bloccare i nostri pensieri, però li possiamo ascoltare con consapevolezza, curiosità e senza alcun timore.
Essere consapevoli è il primo passaggio per cambiare il corso delle cose. Se ignoriamo le nostre voci interne, esse diventano più forti e più fastidiose, e dunque, i nostri pensieri meritano di essere ascoltati tutti. Tuttavia, non possiamo seguire ciecamente ogni piccola voce, ma possiamo dare spazio solo a quelle con cui siamo d’accordo. Per fare ciò, occorre essere flessibili e dobbiamo fare in modo di accrescere le nostre conoscenze. Conoscere e ottenere informazioni su fenomeni che escono fuori dal nostro controllo, aiuta a limitare l’impatto negativo che “la sfera del non controllo” può avere su di noi. Continuare a focalizzarci sui nostri problemi, non fa altro che attirare ulteriori problemi e aumentare il dolore della nostra mente per l’effetto delle emozioni disfunzionali che proviamo. E dunque, la cosa migliore da fare è cambiare noi stessi e non provare a cambiare gli altri, la realtà o il mondo che ci circonda. Cambiando noi stessi, la realtà ci apparirà diversa!
Quando non siamo più in grado di cambiare una situazione, siamo sfidati a cambiare noi stessi.
Viktor Frankl (neurologo e psichiatra austriaco - 1905 – 1997)
Il modello dei “Circoli di Controllo, Influenza e Preoccupazione”.
Uno strumento che può aiutarci efficacemente a rimettere in prospettiva le cose che ci accadono ed essere resilienti di fronte alle difficoltà, è il modello basato su “Circle of Concern, Circle of Influence” di Stephen Covey. Un sistema che facilita la comprensione di dove concentriamo il nostro tempo e le nostre energie. Stephen Covey, nel suo libro “The Seven Habits of Highly Effective People”, scrive che ognuno di noi ha una molteplicità di apprensioni, cose di cui ci preoccupiamo o che ci infastidiscono come ad esempio le sfide a cui siamo chiamati, la nostra salute, i problemi sul lavoro, le questioni di governo, l’economia, la pandemia, le guerre, etc.. Per gestire al meglio tali preoccupazioni, ci suggerisce di separarle ed elencarle in un “cerchio delle preoccupazioni”. In questo modo, quando guardiamo l’elenco di ciò che ci preoccupa, possiamo renderci conto che ci sono alcune cose su cui non abbiamo un controllo reale e altre su cui possiamo fare qualcosa. Ma andando più a fondo sulla valutazione delle nostre preoccupazioni, possiamo anche scoprire che su alcune di queste,che apparentemente pensiamo di non poter controllare direttamente, forse le potremmo influenzare. Sta a noi capire quali di queste siano dentro e quali fuori dalla nostra sfera di controllo e di influenza
Le aree su cui possiamo fare qualcosa, Stephen Covey le chiama “il nostro cerchio di influenza” e lo descrive come un cerchio più piccolo all’interno del cerchio di preoccupazione. Il modello ci fornisce il primo passo per trovare una soluzione o una ragione ai nostri problemi e alle nostre preoccupazioni perché da una nostra azione (o non azione) scaturisce una conseguenza visibile e tangibile. È in questa sfera che dobbiamo concentrare le nostre energie, perché è qui che possiamo fare qualcosa di concreto. Covey definisce questa focalizzazione “proattiva” ovvero, una focalizzazione che stimola a fare, a modificare ciò che si può cambiare in meglio. Un approccio proattivo, consiste nel riconoscere ciò che possiamo e non possiamo controllare, e quindi, adoperarci per affrontare i problemi che sono all’interno del nostro cerchio di influenza. Si tratta di agire invece di aspettare che le cose accadano.
Ma, in concreto, cosa possiamo fare?
Ecco alcuni spunti:
- Cambiare le nostre abitudini (comportamento/pensiero),
- Cambiare i nostri metodi di influenza,
- Cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dei problemi su cui non abbiamo alcun controllo (accettare i problemi e imparare a conviverci, anche se non ci piacciono).
- Fare attenzione al nostro linguaggio.
Covey inoltre ,ci evidenzia che le parole che usiamo hanno un enorme effetto sul modo in cui pensiamo. Per essere più reattivi, suggerisce di essere consapevoli del nostro linguaggio perché esso guida il nostro modo di vedere il mondo. Se il linguaggio è reattivo, tenderemo alla reattività, se invece è proattivo, molto probabilmente agiremo in modo proattivo. Ecco un piccolo esempio di alcune frasi reattive a cui dovremmo prestare attenzione:
- Non c’è niente che io possa fare
- Sono fatto così
- Mi fa così arrabbiare
- Non lo permetteranno
- Devo farlo
- Non posso
- Devo
- Se solo
Ogni volta che ci troviamo ad usare una frase reattiva nel nostro dialogo quotidiano, dovremmo sostituirla con una propositiva, come nell’esempio proposto:
- Potrei considerare le mie alternative
- Posso scegliere un approccio diverso
- Controllo come rispondo a questo
- Scelgo
- Preferisco
- Lo farò
Ci vuole un po’ di impegno e di lavoro, ma cambiare il modo di parlare si può e le parole aiutano a cambiare il nostro mindset.
Inoltre, il modello di Stephen Covey è stato adattato per includere un terzo cerchio – il Circle of Control – che si presenta come nell’esempio che segue:
- Il cerchio interno è noto come Cerchio di Controllo. Questo comprende quelle circostanze / problemi su cui abbiamo il controllo diretto. Ciò include problemi che coinvolgono il nostro comportamento e i nostri pensieri. Anche se non abbiamo il potere di controllare tutti i pensieri che passano nella nostra mente, abbiamo il potere di scegliere se permettere loro o meno di restare. I pensieri vanno e vengono. Ciò su cui scegliamo di soffermarci è una grande parte di ciò che crea la nostra realtà.
- Il cerchio centrale è il Cerchio dell’Influenza. Questo comprende quelle circostanze o quei problemi su cui abbiamo il controllo indiretto. Ciò include problemi che coinvolgono il comportamento di altre persone. Non possiamo controllarle direttamente, ma ci sono buone probabilità che possiamo avere un impatto o un’influenza su di loro con le nostre azioni e le nostre scelte.
- Il cerchio esterno è il Cerchio della Preoccupazione ed è anche noto come il cerchio di “nessun controllo”. Questo è il più grande dei tre cerchi perché contiene circostanze e problemi che sfuggono al nostro controllo, come il nostro passato e le realtà nelle situazioni in cui ci troviamo. In questa prospettiva, con così tante situazioni in cui non possiamo fare nulla a causa del nostro ambiente sfavorevole, non dobbiamo insistere nel cambiare le cose perché non poterlo fare crea un senso di impotenza e frustrazione.
Tuttavia, se una persona è davvero impegnata a cambiare la propria situazione, farà del suo meglio per cambiare la dinamica della sua azione affinché possa sperimentare un risultato diverso. Come accennato precedentemente, se mettiamo il nostro tempo e le nostre energie nel preoccuparci delle cose che sono nella nostra cerchia di preoccupazione, continueremo a sentirci fuori controllo e impotenti. Ma se mettiamo il nostro tempo e la nostra energia nel nostro cerchio di influenza e nel nostro cerchio di controllo, ci daremo un senso di libero arbitrio e ci sentiremo più in controllo. Quindi è qui che dobbiamo concentrare il nostro tempo e le nostre energie. Quando non possiamo cambiare le nostre circostanze, non ha senso investire tempo ed energie ostinandoci a farlo perchè non tutto è perduto, in quanto abbiamo sempre la nostra capacità di cambiare il nostro atteggiamento nei suoi confronti.
SZ