ABBIAMO DAVVERO MENO ATTENZIONE DI UN PESCE ROSSO?

Per quanto tempo questo articolo attira la tua attenzione? Non molto secondo uno studio recente di Microsoft che ha calcolato la nostra soglia di attenzione, passata dai 12 secondi del 2000 agli attuali 8 secondi. A quanto pare abbiamo una finestra temporale d’attenzione inferiore a quella dei pesci rossi che risulta essere di ben 9 secondi. Il report evidenzia che facciamo fatica a concentrarci, a capire e a prendere decisioni basate sulle informazioni che riceviamo perché sono troppo numerose e il nostro cervello non ce la fa a valutarle tutte rapidamente. Lo studio indica come responsabile di questo fenomeno il nostro nuovo stile di vita digitale: l’aumento vertiginoso dell’uso della tecnologia è la causa principale del progressivo deterioramento della soglia dell’attenzione.

Nel nostro mondo di tablet e smartphone, abbiamo accesso costante e immediato a tutto ciò che ci interessa, in ogni momento. Non dobbiamo mai annoiarci, aspettare una risposta a una domanda, o leggere interi articoli su qualsiasi cosa. Siamo diventati così abituati ad un accesso facile ed immediato alle informazioni e alla comunicazione attraverso i social, che in ogni momento della giornata e in ogni luogo siamo bombardati di informazioni facendoci di fatto perdere la concentrazione. Come ha osservato uno dei professori che hanno preso parte allo studio, consumiamo un volume sempre crescente di informazioni, lo digeriamo più velocemente e il nostro appetito per questo non fa che aumentare. Tutto ciò ha serie conseguenze per le aziende che operano attraverso il web, la cui “linfa vitale” per trovare nuovi clienti e generare nuove opportunità di business è proprio “l’attenzione del cliente” che è diventata difficile da ottenere e da controllare.

Non molto tempo fa il noto blogger di marketing Mark Shaefer, ha definito tale fenomeno come “Content Shock” ovvero Il grande affollamento di contenuti che oggi caratterizzano il web e che ogni giorno continuano ad aumentare a ritmo esponenziale con il forte rischio di vanificare tutti gli sforzi delle organizzazioni che basano la propria strategia di business sul “content marketing”, in quanto non più sostenibile. Appare evidente la necessità di soluzioni innovative che possano adeguarsi alla dinamica di domanda e offerta per accaparrarsi la risorsa più preziosa e limitata di questo nuovo mondo digitale ovvero “l’attenzione”. Per coinvolgere l’utente diventa essenziale offrire contenuti sempre più brevi e impattanti ma soprattutto un’esperienza unica, che offra spazio emotivo oltre ad informazioni utili e rilevanti. Il cliente che ci dedica la sua attenzione, deve sentire di aver ottenuto un valore, qualcosa a lui riservato o “esclusivo”.

Questo ha complicato non poco il lavoro degli esperti di marketing che devono implementare strategie sempre più sofisticate per ingaggiare i consumatori e prevederne le mosse. Chi se non Google poteva essere il miglior interprete di questa necessità e il precursore di nuove tendenze. È stato coniato per questo, il concetto dei “MicroMoments”, ovvero quei momenti nell’arco della giornata in cui siamo maggiormente sensibili ai messaggi di marketing perché si manifesta una necessità, un bisogno o una curiosità che cerchiamo di soddisfare tramite una consultazione online. Proprio in questi momenti la nostra “attenzione” è pronta per essere catturata. I marketer devono cogliere questi momenti ed impegnarsi per distinguersi dai propri concorrenti offrendo non solo contenuti utili, ma soprattutto per presidiare tutti i punti di contatto (touchpoints) del processo decisionale dell’utente (buyer’s Journey) in qualunque istante si manifestino.

Un video di Google spiega più di mille parole il funzionamento dei Micro-moments e la loro dirompente potenzialità commerciale.

Gli studi di Google, evidenziano che l’82% degli utenti consultano il proprio smartphone quando sono in un negozio prima di una decisione sugli acquisti che stanno per fare e il 91% consulta il proprio device per trovare spunti quando si trovano nel bel mezzo di una mansione. Appare quindi evidente che la tendenza dei clienti è quella di volere un aiuto per fare delle scelte o prendere decisioni basate sempre più su informazioni recuperate dal web. Questo accade perché, come detto in precedenza, siamo sempre più abituati ad avere “la conoscenza” a portata di mano in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo. Per avere successo in questo contesto di fortissima competizione le aziende dovranno riuscire a riconoscere i vari Micro Momenti del consumatore, essere presenti al momento giusto con l’offerta giusta.  Per dirla come Google: be there, be useful, be quick.

BE THERE:

Se i consumatori non utilizzano i propri dispositivi mobile per fare una chiamata o controllare email e social media, è probabile che stiano cercando informazioni o che vogliano acquistare qualcosa. Se pensiamo alla nostra personale esperienza ci renderemo conto che ciò accade moltissime volte al giorno. Miliardi di micro-momenti si verificano ogni giorno e le aziende devono “essere lì” per coglierne i vantaggi. Se consideriamo che il 90% dei consumatori non è più fedele al brand e il 51% degli utenti scopre una nuova azienda o prodotto durante una ricerca, comprendiamo facilmente l’importanza di questa prima regola d’oro.

BE USEFUL:

Una volta iniziata la fase di ricerca il consumatore desidera una risposta in tempo reale per soddisfare il proprio bisogno. È quindi strategico per le aziende fornire informazioni pertinenti ai micro-momenti. Se consideriamo che il 51% degli utenti di smartphone dichiara di acquistare da un’azienda diversa da quella prevista perché le informazioni fornite erano utili e che il 40% è riluttante a tornare, comprendiamo quanto questo secondo aspetto sia cruciale. Un aspetto da non tralasciare assolutamente è la facilità di navigazione e la customer experience, le quali aiutano a fornire ai consumatori risposte alle loro domande con facilità e precisione.

BE QUICK

Con gli sviluppi nel settore, i consumatori si sono abituati ad ottenere ciò che vogliono e velocemente. È stato scoperto che il 28% dei consumatori ha fretta quando acquista dai propri dispositivi e se le informazioni fornite non soddisfano immediatamente le loro esigenze, il 29% passerà ad un altro fornitore. La velocità è la chiave per ottimizzare l’esperienza mobile. Questo si realizza con: un numero ridotto di passaggi (moduli precompilati, acquisti con un click, etc.), anticipando i bisogni del cliente (analisi dei contenuti più visitati, performance delle pagine, prodotti bestseller, etc.), tempo di caricamento (velocità di visualizzazione della pagina, transizione ad altre pagine etc).

Il segreto del successo sta tutto nella capacità di cogliere questi micro-momenti e riuscire a sconfiggere la “regola del pesce rosso”.

 

SZ

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