Nelle organizzazioni tutte le volte che si parla di possibili strategie d’innovazione, si presenta sempre lo stesso dilemma, vale a dire, conviene riutilizzare il know how esistente che è da subito disponibile “exploitation” oppure è più vantaggioso creare nuove conoscenze promuovendo nuovi modi di pensare e perseguendo idee innovative “exploration”?
Trovare il giusto equilibrio tra questi due approcci, è spesso una delle sfide più complesse che le organizzazioni e il suo management si trovano ad affrontare.
Ma allora, qual è la modalità più efficace con cui un’organizzazione può migliorare un processo o sviluppare e, successivamente, introdurre sul mercato, prodotti e servizi di successo?
Non è banale trovare una risposta, ma un ruolo fondamentale per tessere una strategia vincente è giocato dalla cultura aziendale, ovvero, da “quell’insieme condiviso di valori, obiettivi, atteggiamenti e pratiche che guidano un’organizzazione”.
Il termine “cultura aziendale” è un concetto nebuloso, ma la maggior parte dei professionisti della cultura può essere d’accordo sulle basi sopra descritte.
Ogni impresa possiede una sua cultura, ed è formata da tutti quei presupposti interni all’organizzazione che consente alle sue persone di riconoscersi nei valori del soggetto per il quale lavorano. La cultura aziendale crea un senso d’identità, di appartenenza e, ancor più importante, fa sì che in loro si generi il cosiddetto “commitment” ovvero un impegno attivo e produttivo nei confronti dell’attività che svolgono.
La cultura aziendale ha quindi una portata molto più ampia di quanto si possa credere perché riguarda il modo in cui le persone si sentono in relazione al lavoro che fanno, i valori in cui credono, dove vedono andare l’azienda e cosa stanno facendo per arrivarci.
Una cultura aziendale di successo è quella che viene accettata da tutti, dal nuovo stagista al CEO, ed è quella che promuove intrinsecamente la curiosità, il rispetto, il lavoro di squadra e il benessere.
Con la creazione di un alto grado di coesione culturale, si ottengono i presupposti per superare molti degli ostacoli che si potrebbero presentare durante l’implementazione del processo innovativo, il quale a sua volta, innesca un processo di inevitabili cambiamenti negli assetti organizzativi, nell’assegnazione dei ruoli e nel ridefinire i vari compiti.
Innovare significa, vedere le cose da punti di vista diversi da quelli soliti a cui siamo abituati; è distanziarsi dalla tradizione e dalla pratica comune, è alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove. Essa riguarda l’introduzione di nuovi processi, nuove modalità di fare business, di progettazione, di produzione, di marketing, di organizzazione e molto altro ancora. In pratica, l’innovazione consiste nel creare un cambiamento positivo nello stato delle cose esistenti.
Il ripensamento degli assetti organizzativi e il cambiamento che ne consegue, è uno dei principali intralci al naturale processo innovativo dell’organizzazione perché non tutte le persone accettano di cambiare le proprie abitudini e non tutti comprendono l’obiettivo finale. Ecco dunque che entra in gioco la cultura, elemento fondamentale per guidare le persone lungo la curva del cambiamento. Una cultura forte e condivisa può favorire la comunicazione interna e, quindi, il consenso verso i cambiamenti che inevitabilmente interesseranno l’ambiente di lavoro.
La Curva di Kubler Ross che identifica le fasi che un gruppo di lavoro attraversa durante un cambiamento profondo, può aiutare a comprendere meglio il processo e a gestire la trasformazione:
La dovuta riflessione che ne consegue è che la riuscita del processo innovativo dipende soprattutto dalle persone dell’organizzazione, che devono, per loro natura, essere ben disposte nei confronti delle l’implementazione delle innovazioni e dei cambiamenti organizzativi.
Ovviamente, il management oltre ad essere anch’esso orientato a rapidi e radicali cambiamenti, ha un ruolo di primaria importanza in questo percorso. I bravi manager, devono dedicarsi alla diffusione di una cultura aperta e condivisa, devono saper gestire le criticità nel modo più utile per tutti, trasferire la vision, spiegare il perché delle novità, motivare i propri talenti, ascoltarli e supportarli, evitando di considerarli semplici sottoposti, ma patrimonio dell’azienda.
Tutto ciò contribuisce a far acquisire una mentalità più aperta e a migliorare lo spirito di adattamento delle persone, ma anche l’etica, il senso di appartenenza, l’osservare le sane regole non scritte e adottare il buon senso di fronte agli ostacoli che s’incontrano durante il percorso di innovazione, sia che ci si trovi in fase di exploration che in fase di exploitation.
Una sana e dinamica cultura aziendale, incoraggia le persone ad essere reattive di fronte agli stimoli del mondo esterno e a fare ricorso alla creatività per dare origine qualcosa d’innovativo rispetto al passato e di utile per il raggiungimento dei fini dell’organizzazione.
Appare evidente che con una solida cultura aziendale, l’intera organizzazione può contare su dipendenti felici e clienti soddisfatti creando così i presupposti essenziali per la crescita del business.
Non esiste una ricetta magica con l’elenco degli ingredienti per realizzare e coltivare un ambiente che abbraccia nuove idee e soluzioni, ma possiamo intuitivamente individuare alcune delle buone pratiche della cultura aziendale che possono facilitare questo processo:
ABBRACCIARE LA DIVERSITÀ
Un modo per sviluppare e promuovere una solida cultura del posto di lavoro consiste nell’abbracciare la diversità, senza discriminazioni di genere, razza, religione o background. L’inclusività non è solo una questione sociale, infatti, ha un enorme impatto anche nel mondo aziendale. Abbracciare la diversità permette alle aziende di poter contare su team eterogenei, con punti di vista, idee ed esperienze variegate. Se si promuove un ambiente in cui tutti sono invitati a condividere i propri punti di vista, tutti saranno più preparati a lavorare con altre persone e saranno più aperti a nuove idee o soluzioni, favorendo così la strada all’innovazione. Secondo la ricerca “The diversity and inclusion revolution” di Deloitte, le organizzazioni che combinano la diversity con l’inclusion ottengono risultati di business superiori, mostrandosi 6 volte più agili e innovative e ben 8 volte più performante in termini di risultati economici.
STABILIRE UNA DEFINIZIONE CHIARA DI COSA SIA L’INNOVAZIONE PER LA PROPRIA AZIENDA
L’innovazione va oltre il “pensare fuori dagli schemi”. Come per qualsiasi altra impresa, è essenziale avere obiettivi chiari e assicurarsi che tutti comprendano cosa è necessario fare per raggiungerli. È buona pratica, semplificare tutti i processi e impostare metriche o indicatori chiave di prestazione (KPI) che diano indicazioni chiare di successo per i team.
CREARE UNO SPAZIO PER LE CONVERSAZIONI
Molti non si sentono a proprio agio nel condividere le proprie idee o ciò che pensano con altre persone, soprattutto in un ambiente di lavoro. A peggiorare le cose c’è la pratica dura a morire di alcune aziende di non coinvolgere le loro persone con ruoli di base in questioni in cui potrebbero dare input preziosi. Se si adotta una cultura del dialogo, è possibile riunire intorno a un tavolo, tutte le persone per discutere idee e opinioni sui diversi aspetti dell’azienda. Come accennato in precedenza, è bene tenerle informate sullo stato dell’azienda, sui suoi punti di forza e di debolezza e sulle ultime prestazioni. Spesso si resta sorpresi per la ricchezza di informazioni che si possono ottenere dai propri colleghi. E’ un dato di fatto che, agevolando il dialogo tra le persone e valorizzandone le idee, sia più semplice renderle proattive e collaborative, rafforzando considerevolmente un comportamento orientato all’innovazione.
RIVEDERE LE POLITICHE AZIENDALI ESISTENTI
Un’organizzazione che opera da anni ha sicuramente stabilito alcune linee guida per garantire che le operazioni si svolgano senza intoppi. Ma col passare del tempo, queste potrebbero non essere più applicabili ai mutevoli requisiti del proprio contesto. È dunque una buona pratica aprire le porte all’innovazione, rivisitando le linee guida che sono state impostate nei primi anni e verificando se sono ancora adatte al business o se ne ostacolano effettivamente la crescita.
Potrebbe non essere facile cambiare le cose a cui ci si è abituati, ma sfidare lo “status quo” aiuterà a scoprire il vero potenziale della propria attività. L’unica costante in questo mondo è il cambiamento ed è inevitabile. Di fronte a tale scenario, l’imperativo è adattarsi ad esso con nuove idee, soluzioni e strategie. L’innovazione vera assicura di essere sempre al top, soddisfacendo costantemente le richieste in continua evoluzione del proprio settore e dei propri clienti, ma per garantire tutto questo serve una solida cultura aziendale che favorisca un ambiente di lavoro dinamico che supporti l’innovazione.
SZ