Industria 5.0: Antifragilità e futuro umano-centrico e sostenibile

Industria 5.0 rappresenta una fase evolutiva del paradigma che abbiamo conosciuto con Industria 4.0 in quanto non solo abbraccia l’innovazione tecnologica più avanzata ma acquisisce anche una prospettiva più ampia, ponendo al centro dell’attenzione l’integrazione della creatività umana e delle competenze tipiche dell’uomo e le sfide ambientali e sociali lasciate in sospeso dalla quarta rivoluzione industriale.

L’evoluzione dell’industria è da sempre stata spinta dall’innovazione ed ha avuto come obiettivo primario l’ottimizzazione dei processi produttivi e l’incremento dell’efficienza; con Industria 5.0 però si va oltre, perché a partire dalle tecnologie di ultima generazione si procede cercando soluzioni alle problematiche socio-ambientali lasciate irrisolte dalla quarta rivoluzione industriale. Di fatto parliamo di un completamento del precedente modello che punta sulla creatività dell’uomo, la sostenibilità e sul concetto esteso della resilienza ovvero “l’antifragilità”

La visione dell’Unione Europea conferma in modo inequivocabile che l’Industria 5.0 costituisce un’integrazione avanzata dell’attuale paradigma dell’Industria 4.0. Questa visione evidenzia la ricerca e l’innovazione come i motori trainanti per la transizione verso un’industria europea sostenibile, focalizzata sull’umanità, ovvero  la personalizzazione con “tocco umano”, la creatività, l’attenzione ai temi della sostenibilità , fino alla resilienza e alla capacità di adattamento a  scenari di mercato sempre più mutevoli.

Un cambiamento di prospettiva significativo che sposta l’attenzione dal valore degli azionisti al valore degli stakeholder, portando vantaggi tangibili per tutte le parti interessate. Questo approccio risulta evidente nel documento della Commissione intitolato “Industry 5.0: Towards a sustainable, human-centric and resilient European industry”.

Questa distinzione riveste un’importanza fondamentale rispetto all’approccio dell’Industria 4.0, come descritto dall’UE, poiché “pone il benessere del lavoratore al centro del processo produttivo e utilizza le nuove tecnologie per fornire prosperità oltre l’occupazione e la crescita, rispettando i limiti di produzione del pianeta”; si tratta, a tutti gli effetti, di una netta transizione dall’orientamento esclusivo basato sul profitto a un concetto più ampio di valore, incentrato sul benessere sociale. Sebbene idee simili siano state accennate in passato attraverso concetti come la responsabilità sociale d’impresa e la Società 5.0, l’approccio innovativo di porre le persone e il pianeta al di sopra dei profitti costituisce una nuova focalizzazione per l’industria.

Vantaggi e svantaggi dell’Industria 5.0

In sostanza, l’Industria 5.0 non solo ridefinisce le priorità dell’ambiente produttivo, ma crea un paradigma in cui la prosperità economica è intrinsecamente connessa al benessere delle persone e al rispetto per il nostro ecosistema. Questa evoluzione segna un passo significativo verso un modello industriale che riconosce l’importanza di bilanciare il progresso economico con la responsabilità sociale e ambientale, apportando un impatto positivo su scala globale.

Vantaggi

L’adozione dell’Industria 5.0 porta come beneficio primario la generazione di opportunità lavorative ad alto valore aggiunto. Questo si traduce in una maggiore capacità di personalizzazione dei prodotti e servizi per i clienti e offre ai lavoratori una maggiore libertà nell’apportare valore aggiunto per gli utenti finali. A differenza del precedente modello dell’Industria 4.0, l’approccio della Quinta Rivoluzione Industriale non si propone di ridurre l’intervento umano, bensì di valorizzarlo. Tale visione mira a liberare tempo e risorse per potenziare la creatività e l’innovazione, rompendo così gli schemi tradizionali dell’automazione massiccia.

L’Industria 5.0, con la sua filosofia, si impegna a superare i limiti imposti dall’automazione, plasmando un ambiente di lavoro in cui uomini e macchine collaborano in modo armonico. L’obiettivo condiviso è migliorare non solo la qualità della produzione, ma anche la qualità del lavoro e, di conseguenza, la soddisfazione del cliente.

Parallelamente, la crescente attenzione alla sostenibilità e alla resilienza o meglio all’antifragilità, sottolinea una trasformazione positiva delle imprese. L’adozione di pratiche più sostenibili rende le aziende non solo più agili e flessibili, ma contribuisce anche in modo significativo all’impatto positivo sulla società. Questo implica un cambiamento di prospettiva: non solo limitarsi a mitigare gli effetti negativi, ma attivamente esercitare un’influenza positiva sulla società nel suo complesso.

Svantaggi

Identificare gli svantaggi dell’Industria 5.0 può essere complesso, poiché la vera sfida per le organizzazioni sarà quella di rinnovare il proprio mindset per abbracciare questo nuovo paradigma innovativo. In questo ambito, il successo dipenderà dalla capacità delle imprese di adottare principi fondamentali quali l’orientamento verso l’individuo, la resilienza e l’antifragilità, nonché l’impegno verso la sostenibilità. Le organizzazioni in grado di adottare un approccio maggiormente centrato sull’uomo, abbracciare la resilienza e l’antifragilità, nonché adottare un’impostazione più ampia verso la sostenibilità, saranno verosimilmente in prima linea nel plasmare le soluzioni future. Al contrario, coloro che non riusciranno a tenere il passo con questi principi rischieranno di restare indietro nel panorama industriale in evoluzione. Per comprendere appieno questo scenario, è opportuno esaminare più dettagliatamente le strategie chiave dell’Industria 5.0. Queste includono un approccio incentrato sull’uomo, che valorizza il ruolo dell’individuo nei processi produttivi, una resilienza migliorata per fronteggiare le sfide in modo proattivo e un’enfasi più ampia sulla sostenibilità, considerando l’impatto ambientale e sociale delle operazioni industriali. Questi pilastri, se adottati e integrati con successo, potrebbero delineare il futuro del panorama industriale, con aziende orientate verso la crescita e la prosperità sostenibile

Strategie Industria 5.0

Come accennato in precedenza, l’Industria 5.0 si fonda su tre strategie:

  1. Focus sull’uomo

L’Industria 5. 0 rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui le persone sono considerate all’interno delle organizzazioni. Questa strategia mira a trasformare i dipendenti da risorse a veri e propri asset, ponendo l’accento sul servizio alle persone anziché sull’utilizzo delle stesse come strumenti per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. In questo contesto, la valorizzazione dei lavoratori diventa fondamentale per attrarre e trattenere talenti di alto livello, contribuendo così alla creazione di valore aggiunto non solo per i clienti ma anche per coloro che operano all’interno dell’organizzazione.

  1. Resilienza

Il report della Commissione Europea evidenzia come i cambiamenti geopolitici e gli eventi naturali, come la pandemia da COVID-19 e la carenza di approvvigionamento internazionale di materie prime, mettono a dura prova la tenuta della nostra industria mostrandone la fragilità. In questo senso avere la capacità di adattarsi a situazioni avverse con risultati positivi è un obbligo nella nuova Industria 5.0. Sebbene molte organizzazioni abbiano orientato i propri sforzi verso il miglioramento dell’efficienza e l’ottimizzazione dei profitti, è evidente che tali iniziative da sole non contribuiscano necessariamente a rendere le organizzazioni più resilienti ovvero capaci di resistere e adattarsi al cambiamento. L’approccio tradizionale, incentrato sulla crescita, il profitto e l’efficienza, potrebbe non garantire la robustezza necessaria durante periodi di crisi. Invece, le organizzazioni più resilienti / antifragili cercano di anticipare e reagire prontamente alle crisi, garantendo una maggiore stabilità in tempi difficili. A tal proposito, il concetto di “antifragilità”, introduce una prospettiva interessante. Essa suggerisce che, in un mondo caratterizzato da incertezza, l’antifragilità può creare un vantaggio relativo. Gestire l’antifragilità nell’organizzazione significa non solo proteggere il valore esistente, come nella resilienza, ma anche capitalizzare sull’incertezza per generare valore. La chiave sta nell’adozione di definizioni chiare e coerenti tra stati fragili, resilienti e antifragili, in particolare all’interno delle filiere di valore. È fondamentale riconoscere che, sebbene la standardizzazione sia essenziale, è altrettanto vitale saperla applicare con discernimento. Un eccesso di standardizzazione può rendere un’organizzazione troppo rigida e incapace di adattarsi a cambiamenti rapidi. In sostanza, mentre la fragilità può compromettere il valore, la resilienza lo protegge; tuttavia, è l’antifragilità a poter generare valore aggiuntivo, capitalizzando sull’incertezza in maniera produttiva.

  1. Sostenibilità

L’Industria 5.0 ridefinisce il concetto di sostenibilità, passando dall’approccio limitato di riduzione, minimizzazione o mitigazione dei danni climatici, a un impegno attivo nel promuovere cambiamenti positivi. In questa prospettiva, la sostenibilità non è più unicamente legata all’ambiente, ma si estende alla società e all’economia. Un’economia è considerata sostenibile se può garantire alle generazioni future un benessere almeno pari a quello delle generazioni passate. Allo stesso modo, una società è sostenibile quando promuove il benessere e l’inclusione di tutti i suoi membri. Per affrontare questa sfida in maniera tangibile, possiamo far riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. L’approccio, talvolta denominato “Net Positive”, si propone di trasformare le aziende da parte del problema a parte della soluzione. Questo significa andare oltre il semplice “greenwashing”, dove le aziende sostengono a parole gli obiettivi di sostenibilità senza apportare cambiamenti significativi, mira infatti ad avere un impatto positivo netto, contribuendo attivamente al miglioramento del mondo e alla soluzione dei problemi ambientali, sociali ed economici. In sostanza, l’Industria 5.0 abbraccia una visione di sostenibilità che va al di là delle pratiche superficiali, puntando a un cambiamento concreto e positivo nei modi in cui le imprese affrontano le sfide ambientali e sociali

Quali tecnologie sono alla base di Industria 5.0?

Le tecnologie abilitanti sono essenzialmente le stesse dell’Industria 4.0, come l’IoT (Internet delle cose), il Cloud, il Big Data, la Manifattura Additiva, la Realtà Aumentata, il Digital Twin, eccetera. Tuttavia, nell’evoluzione verso la 5. 0 emergono con maggiore rilevanza l’Intelligenza Artificiale, la Robotica Collaborativa e le interfacce uomo-macchina. Le tecnologie di transizione svolgono un ruolo cruciale nel passaggio tra queste due fasi industriali e si basano su machine learning e ingegneria del software, integrando ambiti interdisciplinari come il problem solving e la teoria dei giochi.
Queste aree costituiscono un aspetto scientificamente affascinante dell’Industria 5.0 e fungono da catalizzatori nel processo di transizione tecnologica. Sebbene sia troppo presto per misurare completamente il loro impatto in un contesto socioeconomico variabile, è chiaro che queste discipline giocheranno un ruolo chiave nel definire il futuro dell’Industria 5.0.

 

SZ

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